Domesticated

25/02/2514
h.13.30

La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me, è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro, allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano... Disse la volpe: ecco il mio segreto. È molto semplice: non vedo bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi.

Il dottor Ritter mi ha chiesto di passare in casa sua per dare da mangiare al suo gatto mentre lui è in viaggio per lavoro. Montezuma è un felino meraviglioso, una sagoma nera come il carbone con due grandi e ipnotici occhi verdi. Credo di stargli simpatica, anche se probabilmente è solo per convenienza. I gatti sono creature affascinanti. Come affascinante è la collezione di libri del dottore, che gentilmente mi ha concesso di sfogliarne quanti voglio, tranne quello miniato che custodisce nel frigorifero. E' un uomo strano, ma sembra davvero intelligente, e non posso che apprezzarlo. 
Mentre Montezuma mangiava ho estratto dalla mensola un paio di libri. Il primo è in francese, una lingua del mondo che fu a me sconosciuta: "Le Fleurs du Mal". Ho deciso comunque di sfogliarlo, e ho notato una poesia intitolata "Spleen", che mi ha riportata indietro di parecchi anni, quando mia madre me l'ha recitata senza nemmeno sapere chi fosse l'autore. E' una poesia tristissima, cupa, che si addiceva perfettamente al suo carattere. Dopo aver tentato di coglierne alcune frasi mi sono arresa, e sono passata al secondo libro. Si tratta di un racconto intitolato "Il Piccolo Principe". Credo si tratti di un libro per bambini, poiché le frasi sono semplici, essenziali e lineari, ma le ho trovate alquanto sensate e profonde. E' un libro che parla della vita e dei sentimenti, parla di noi, in un certo senso. Mi ha colpito un passaggio che ho riportato anche qui sul mio diario per ricordarmene in futuro. Ci ho riflettuto su per un po', e mi sono sentita infinitamente triste: noi siamo addomesticati come la volpe. Quando sentiamo un profumo, una canzone per radio, un colore lo colleghiamo immediatamente a un ricordo, a una persona.
Non riesco a comprendere la felicità della volpe: come si può essere lieti di venire addomesticati, condannati a collegare una determinata cosa a qualcuno per sempre

Mistakes

24/02/2415
h.10.29

Ultimamente agisco come se mi stessi ribellando a me stessa, a ciò che sono veramente.
Invece di imparare a combattere la mia paura di addormentarmi, la mia insonnia, sono andata dal dottor Ritter e mi sono fatta dare un sonnifero. Certo, ora dormo in modo sereno e profondo, ma è stato tutto troppo semplice e so benissimo che prima o poi dovrò costringermi ad abbandonare i sonniferi perché diventeranno una droga, e quando tornerò ad affrontare le mie notti piene di incubi sarà peggio di prima. 
Invece di trattenermi e cercare di cancellare certe persone dalla mia vita sono finita a letto con Brent, credendo che seguire il mio istinto fosse la cosa più giusta, e invece ora mi sento peggio di prima. Non faccio che pensare a Chris, a chiedermi che fine abbia fatto, a come reagirebbe se sapesse che ora non ha più il primato sul mio corpo. Purtroppo ha ancora il primato sul mio cuore, e vorrei davvero potermelo strappare via.
Mughain mi ha detto che bisogna affrontare ciò che siamo, imparare a distaccarci dal nostro passato, ma io non ce la faccio. Ci sono troppe cose del mio passato che vorrei cambiare, troppi errori che io e le persone che mi circondavano abbiamo fatto: errori irreparabili. 
E continuo a farne, uno dopo l'altro.
Errori, una miriade di errori. Sto cominciando a sentirmi un errore anche io.

Stronger

19/02/2514
h. 19.30

Ultimamente ogni cosa sembra andare sempre peggio, mi sono addirittura ritrovata con il setto nasale fratturato e costretta ad usare una stampella e un tutore per la caviglia a causa di una rissa su Safeport... Tutto questo nel tentativo di origliare qualcosa su quei maledetti Dust Devils per quei maledetti di Baylong.
Ultimamente i terroristi hanno deciso di alzare la voce su Greenfield, attaccando gli Alleati e attaccando volantini rivoluzionari in giro per Oak Town. Mi spiace dover indagare su di loro, dato che credo più nei loro ideali che in quelli dell'Alleanza. Li capisco, per quanto non sappia cosa voglia dire aver perso una guerra. Ma posso comprendere l'odio viscerale che ribolle nelle loro vene, un odio che ti porta a fare qualsiasi cosa per vendicarti. Fatto sta che mi tocca cercarli e anche trovarli, se non voglio che quelli di Baylong vengano a prendersi un arto per ognuno dei Phantom con la scusa che li abbiamo delusi.


Oggi ho fatto una passeggiata con Quinn nei pressi della Quercia Nera, dato che è lì che i Dust Devils hanno attaccato i soldati alleati un paio di giorni fa. Abbiamo dato un'occhiata in giro e abbiamo cercato di decidere come muoverci, e poi siamo finite su argomenti poco piacevoli, come l'aver perso una persona che si amava. Ho scoperto che anche lei ha perso un uomo, e con perso intendo... Perso per sempre. Un po' come io ho perso Ryan. 
Ci siamo scambiate un paio di battute, decidendo che i nostri cani meritano sicuramente più affetto degli uomini, e concluso il discorso credo di aver ritrovato un po' di forza, e ne avevo davvero bisogno dato che ultimamente mi sono sentita troppo debole.
Devo cancellare Christyan dalla mia vita, poi sarò di nuovo forte.

Troubles

17/02/2514
h.11.30

Le cose vanno inesorabilmente male.


Sullo Skyplex c'è un sacco di lavoro a causa del casino causato dai misteriosi figuranti, e non riusciamo a venirne a capo pur collaborando con l'Alleanza. Continuano ad accadere cose strane, a sbucare nuovi nomi e nuovi fatti e le informazioni che raccogliamo non sono mai abbastanza.


Siamo rimasti in quattro nei Phantom, e ci siamo ficcati in uno dei guai peggiori che potessimo trovare.
Sentivo fin dall'inizio che non avremmo dovuto accettare l'incarico di Baylong: trovare un'associazione di presunti terroristi è un compito difficile e non assicura successo, e la fama della gentaglia per cui stiamo lavorando non promette nulla di buono. Pare siano in qualche modo associati con la Triade, che siano invischiati in traffici illegali e che spariscano persone con una certa frequenza lì da loro. 
Ieri hanno minacciato Quinn, e io non voglio e non posso permettere venga fatto qualcosa a lei o agli altri. Soprattutto a lei, visto che non sa usare una pistola e difendersi nel caso ce ne fosse bisogno.
Comincio a pensare che invece di dare la caccia a questi Dust Devils dovremmo trovarli e associarci con loro in modo da far fuori chiunque abbia a che fare con Baylong. 
Non faccio questo lavoro per arricchirmi, non me ne frega niente dei soldi che guadagno finché ne ho abbastanza per tirare avanti, io lavoro per aiutare chi ne ha bisogno, non per essere minacciata e sottostare a quella gente. Siamo i loro burattini, e se non ci muoviamo a fare qualcosa probabilmente saremo noi i prossimi a sparire dalla circolazione perché ci faranno fuori.
Questa sera ci siamo organizzati per andare a Safeport e indagare sui DD, ma non sono più motivata. 
Non ho paura, l'idea di farmi del male o di essere ammazzata non mi spaventa, ciò che temo è essere soggiogata da questa gente. 
Mi sento in gabbia, e probabilmente lo siamo tutti nei Phantom. 
Baylong ci ha messi in gabbia e ha gettato via la chiave.


E poi... Poi Christyan è sparito. Non si fa sentire da giorni, e io ho davvero il timore gli sia successo qualcosa.
Dove diavolo sei finito?

How does one become a butterfly?

16/02/2514
h.18.30


"La farfalla non conta gli anni ma gli istanti: per questo il suo breve tempo le basta."


Non so dove avesse pescato questa citazione, ma ricordo chiaramente il sorriso di Ryan mentre me la recitava, tre mesi prima che mi lasciasse. Tre mesi prima di morire.
Ai tempi sentire queste parole mi aveva fatto sorridere. Vedevo le farfalle come qualcosa di forte, dopotutto sono insetti che devono affrontare più fasi di crescita: da bruco, a larva, a farfalla. Mi sarebbe piaciuto essere come una farfalla, diventare una persona migliore, godere appieno di ogni istante.
Poi però, dopo che Ryan è morto, mi sono resa conto che contare gli anni è più facile soprattutto se te li lasci scivolare addosso. Gli anni sono lunghi e proprio per questo si tende a non farci caso se passano così in fretta, gli istanti invece... Gli istanti rimangono per sempre.
Oggi Brent mi ha disegnato una farfalla sulla mano. Quando l'ho invitato a farlo stavo scherzando, ma ora che abbasso lo sguardo sul disegno preciso e stilizzato mi rendo conto che mi piace e che mi causa una stretta al petto al tempo stesso, e mi sembra di non riconoscere più me stessa. Non sono più in grado di contare gli istanti e di farmi bastare il mio tempo, in compenso sono tormentata dagli anni che mi sono lasciata alle spalle. 
Ho detto a Brent che quell'insetto delicato e bellissimo non mi rappresenta, ma forse sbagliavo. Anche io, come la farfalla, sono tremendamente fragile, ma gli altri non se ne accorgono, per fortuna.
Vorrei non avere solo questo in comune con le farfalle, però. 
Vorrei essere in grado di volare, dopo aver strisciato per tutto questo tempo.

Fighting

15/02/2514
h. 20.00


Combattere.
Cosa significa combattere?
Sui dizionari si trova qualche significato differente, ma quasi sempre si intende partecipare a una guerra, a una partita, a un litigio.
Nessuno parla mai di combattere per sè stessi.
C'è tanta gente che non vuole più combattere perchè ha perso tutto e pensa di non aver più niente e nessuno per cui lottare. In qualche modo riesco a comprendere queste persone, ma non è un ragionamento che sostengo né approvo.
Poi c'è gente che si ostina a combattere nonostante abbia perso tutto. Lo fanno per vendetta, lo fanno in memoria di chi hanno perso, lo fanno perchè hanno speranza.
Cosa c'è di male nel riporre fiducia nelle proprie azioni sperando in un futuro migliore? Sono convinta si debba sempre combattere, anche se le possibilità di vincere la battaglia siano misere.
Io ho sempre combattuto. Da più piccola combattevo per ribellarmi, per essere me stessa e non chi i miei genitori volevano che fossi. Ora combatto ogni giorno contro i fantasmi del mio passato, combatto per i miei ideali. Combatto perchè se non lo facessi mi sentirei persa. Come si può pensare di vivere la propria vita senza qualcosa o qualcuno per cui combattere? Che vita è se vissuta passivamente? Non è vita.
Il discorso nato oggi mentre parlavo con quello strambo ragazzino tatuato, Abel, mi ha fatto venire in mente tutte queste cose. Un po' gliene ho dette, ma lui non la pensa come me. Lui non vive.
Io vivo invece, e combatto. Combatto persino per Cagnaccio. E per il suo padrone, anche. 


Ho bisogno di bere. 

Challenges

15/02/2514
h. 15.00

L'ennesima festa ipocrita è passata, per fortuna.
Quanto meno quest'anno l'ho trascorsa assieme a Cagnaccio sdraiata sul divano della mia nuova casa bevendo whiskey e cercando inutilmente un canale radio che passasse canzoni non mielose che non mi facessero venire in mente lui. Dopotutto cosa mi aspettavo, che si presentasse fuori dalla mia porta con un mazzo di rose in mano? No, appunto.
In compenso oggi sono riuscita a farmi offrire un gin tonic da Brent, sempre così propenso ad alleggerirsi il portafogli, e l'ho anche convinto a trovarmi un costume per il ballo in maschera che sta organizzando per Hall Point. Mi ha lanciato una sfida, dicendo che me lo procura solo se lo mostrerò a lui in anteprima, e io non so dire di no alle sfide... Sarà uno spasso, soprattutto perchè è così sicuro di sè che non sembra essersi accorto che con me i giochi funzionano diversamente, visto che voglio sempre uscire vincitrice.
A proposito di sfide, è un piacere essere così presa dal lavoro da poter evitare ogni pensiero negativo. O quasi.
Sono salita di grado nello staff di Hall Point, ed è bello essere premiati per ciò che si fa. E' bello tenersi impegnati e arrivare stanchissimi a casa la sera, e crollare a letto senza troppe paranoie per la testa. 
Eppure gli incubi continuano. 
Eliminarli si rivelerà la sfida più difficile, temo.



No one can blame me


No one can blame you for walking away
Too much rejection
No love injection
But down in the underground
You'll find someone true
Down in the underground
A land serene
A crystal moon

11/02/2514
h.10.00 


Quando ero più piccola mia madre mi canticchiava spesso una canzone di cui non conosceva il testo e la melodia completi, né l'autore. 
Spesso mi chiedevo se avesse la minima idea di cosa significassero quelle parole per me. Nel profondo speravo mi avrebbe perdonata per quello che avevo intenzione di farle. 
Sono stata così egoista ad abbandonarla nella sua solitudine e nel suo dolore?
"Nessuno può biasimarti per essertene andata." 
No, nessuno può biasimarmi.
Mi piacerebbe tornare per salutarla e sentirla cantare queste parole ancora una volta. Oggi avrebbero un senso, sicuramente più di quanto ne avessero anni fa. 
Talvolta mi sono sentita davvero "sotto terra", sono stata come morta negli ultimi cinque anni, ma ora è diverso. Ora mi sento viva, e non importa se questo significa anche provare dolore, o paura. 
C'è stato un periodo troppo lungo in cui non ho sentito nulla, e ora mi sento come se mi fossi risvegliata da uno dei miei incubi. 
Finalmente.

Phantoms of the past

09/02/2514
h. 20.00


"Lydia, devi imparare che cosa è giusto e che cosa è sbagliato."
Sentivo mia madre singhiozzare dalla cucina. Anche se dal punto in cui mi trovavo non la potevo vedere, mi sembrava di averla davanti, seduta al tavolo della cucina, la fronte contro il legno bagnato dalla sua cascata di lacrime.
"Qui su Horyzon le cose sono perfette, ma là fuori, nei mondi che tu ti ostini a difendere, vige l'ignoranza."
No, papà, qui l'unico ignorante sei tu. Questo avrei voluto rispondergli, ma mi limitai a starmene seduta su quella poltrona, circondandomi le ginocchia con le braccia e trattenendo le lacrime con orgoglio.
Mi sanguinava il naso, e il polso dove mio padre si era aggrappato con forza per tenermi ferma mentre mi picchiava faceva così male che quasi non riuscivo a muoverlo, ma non avrei pianto. Non davanti a lui. A fare quello ci pensava già mia madre, e in abbondanza.
"Quell'ignoranza non durerà in eterno, prima o poi li domineremo e faremo capire loro che cosa vuol dire essere civilizzati."
Perchè non poteva parlare di aiuto? Quella gente aveva bisogno di aiuto, non di regole e del pugno di ferro dell'Alleanza.
"Quella gente è come noi, ma non ha tutto ciò che abbiamo noi per civilizzarsi, come dici tu. Se invece di pensare a imporvi pensaste ad aiutarli le cose sarebbero diverse" replicai seccamente, stanca di dovermene stare zitta e fingere che avesse ragione. Lui mi si avvicinò, la mano già in aria, pronta a colpirmi di nuovo.
"Ti prego Robert, basta, lascia stare la bambina" implorò mia madre dalla cucina, la voce spezzata dal pianto. Mio padre si voltò verso di lei, puntandole il dito contro. "Non è una bambina, ha sedici anni e dovrebbe già essere membro dell'Alleanza come me e invece guardala! Una ribelle con la testa piena di ideali distorti! E' solo colpa tua e della tua debolezza, sei solo capace a piangere!"
Per fortuna si girò e uscì di casa sbattendosi la porta alle spalle, perchè in quel momento mi sarei volentieri alzata per prenderlo a calci in culo.
Quello non era mio padre, era solamente un uomo senza cuore.


Nonostante siano passati nove anni dall'ultima volta che l'ho visto non riesco a soffocare tutto l'odio represso che ha fatto nascere in me fin da quando ero solo una bambina.
Sono felice che non si sia mai pentito di avermi cancellata dalla sua vita, sono davvero felice che non mi abbia mai cercata. Mai.
Però mi manca mia madre, a volte.

"Non devi ascoltarlo, non sa quello che dice. Lui ti vuole bene" mi disse, la voce nasale a causa del pianto cessato da pochi minuti. Mentiva, lo faceva sempre. Mentiva cercando di addolcire la cruda realtà.
"Non è vero, mamma. Lui mi odia. Se non diventassi un soldato come lui desidera smetterebbe di considerarmi sua figlia, e tu lo sai benissimo. Io sono solo uno strumento per lui."
Sentivo i denti della spazzola affondare tra i miei ricci e scorrere lenti verso il basso. Nonostante percepissi i movimenti di mia madre secchi e nervosi, la sua voce suonava piena di dolcezza.
"Per me non sei uno strumento. Sei la mia bambina."
Le piaceva spazzolarmi i capelli. Erano lunghi e ricci come i suoi.
"Quanto sei bella, Lydia. Sembri una bambola. Vedrai, un giorno troverai un uomo che amerà i tuoi occhi tanto quanto li amo io" sorrise, guardandomi attraverso lo specchio.
Odiavo quando mia madre si metteva a parlare di uomini. Io avevo già Ryan, e lui non mi amava perchè sembravo una bambola. Mi amava perchè ero forte e indipendente.


A ripensarci, forse Ryan non mi amava davvero. Ma mia madre, lei sì. Il suo amore era sincero, ed è per questo che ogni tanto vorrei tornare a casa e abbracciarla, chiederle come sta.
Ma ora non ho più i ricci che tanto amava, e mi chiedo che cosa farebbe. I miei capelli sono troppo corti per essere spazzolati, e i miei occhi sono diventati lo specchio di un'anima troppo tormentata. La farei piangere di nuovo, come quando me ne sono andata di casa, abbandonandola.
Sono felice di aver affittato una casa a Oak Town. Non c'è più niente per me a Capital City, se non del lavoro e fantasmi del passato.
Fantasmi con cui non voglio avere più nulla a che fare. 

Forse nella mia nuova casa smetterò di essere tormentata dagli incubi tutte le notti. 

Have they all gone mad?

07/02/2514
h.16.10

Devono essere tutti impazziti negli ultimi giorni.


Prima Chris, che mi dice che tra di noi non c'è solo sesso e che io lo so benissimo. 
Beccata in pieno. 
Il bacio che mi ha dato quel pomeriggio era... diverso. Diverso da ogni bacio che abbia mai ricevuto. Mi ha fatto paura, ma non ho potuto fare a meno di lasciarmi andare, come sempre. 
Con lui non riesco a fare altrimenti, e credo che questa cosa mi porterà all'autodistruzione.


Poi il mio capo, che mi manda una mail sul Cortex per chiedermi aiuto. 
La sua stanza era in uno stato pietoso, e lei peggio ancora. 
C'erano bottiglie di whiskey vuote, flaconi di pillole ovunque, fogli, sangue. 
Sono riuscita a lavarla e cambiarla e ho anche dovuto spendere parecchi soldi per comprarle dell'acqua e del cibo decente. Non sono riuscita a capire cosa le sia successo, ma ho letto alcuni fogli di diario che ho trovato nella sua stanza. A quanto pare anche lei ha degli scheletri nell'armadio che non riesce a scacciare. Vorrei capirci di più, appena si riprenderà.


E poi Brent, che mi chiede di accompagnarlo ad un incontro diplomatico perchè "non si sa mai, fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio." 
Che. Noia.
Almeno mi ha offerto un whiskey di vero malto, tanto lui se lo può permettere.


Per fortuna sono riuscita finalmente a firmare un contratto per un affitto, e nei prossimi giorni inizierò il trasloco a Oak Town. Cagnaccio sarà contento. Mi manca, e mi manca anche il suo padrone.
Maledizione.



Spleen

04/02/2514
h.14.00

Sparare mi piace troppo, devo imparare a riflettere prima di agire quando mi trovo in una situazione pericolosa. Mi lascio sempre guidare troppo dall'adrenalina e dall'istinto e troppo poco dalla testa, ma la prossima volta non ho intenzione di farmi ferire da un cowboy armato di fucile, nè ho intenzione di permettere a un meccanico tutto muscoli di urlarmi contro.
Devo trovare qualcuno che mi medichi la coscia, e devo trovare una bottiglia di whiskey che mi aiuti a mandare giù il dolore alla gamba e il cattivo umore che mi è venuto.

Out of danger

03/02/2514
h. 00.40


Questa sera abbiamo preso i furgoni dei mercenari a Koroleva.
Quanto mi era mancata quella sensazione che si prova prima di premere il grilletto.
Con quella mitragliatrice mi sono sentita potente, soprattutto perché sapevo che stavo facendo qualcosa per cui mio padre mi odierebbe ancora di più se mai lo venisse a sapere.
Potevo sentire l'odore intenso del pericolo, il sangue mi ribolliva nelle vene, e Christyan era di fianco a me a guidare il Thor contro quei mercenari. In quel momento abbiamo pensato solo a fare il nostro dovere, ma dopo... 
Dopo è stato bellissimo.

Tiny Flower

01/02/2514
h.15.01

Odio che grazie alla splendida idea di Rust tutti abbiano iniziato a chiamarmi Fiorellino.
Sembro innocua, ma non la sono. 
Oggi mi sono allenata con Mat e ho avuto modo di sfogarmi: finalmente un degno avversario! Ci siamo presi a pugni e calci come si deve, tant'è che mi fa davvero male lo stomaco, ma è stato utile, nonostante la mia furia abbia lasciato intuire a Mathias che ci sia qualcosa del mio passato che mi porta ad essere così aggressiva.
Ma la domanda sorge spontanea: per quale motivo mi devono chiamare Fiorellino quando cerco di soffocare tutto ciò che c'è di dolce in me giorno dopo giorno?
Non voglio essere un fiorellino, non voglio essere fragile.
Combatto giorno dopo giorno con il mio passato e con quello che sono diventata, e mi chiedo per quale motivo mi devono chiamare così quando ho il gambo spezzato e non vedo la primavera da troppo tempo.
Odio che mi chiamino Fiorellino, ma immagino dovrò farci il callo.