Legends

Il drago è una creatura mitico-leggendaria dai tratti solitamente serpentini o comunque affini ai rettili, ed è presente nell'immaginario collettivo di tutte le culture della Terra-che-fu, in quelle occidentali come essere malefico portatore di morte e distruzione, in quella orientale come creatura portatrice di fortuna e bontà.


22/04/2514
h.14.20


Mia madre mi aveva parlato di queste creature alate capaci di sputare fuoco che, secondo molte leggende della Terra-che-fu, attaccavano villaggi e persone lasciando solo cenere dietro di sè. Secondo lei nemmeno la gente della Terra credeva a queste storie, eppure quelle creature erano presenti in ogni racconto.
Non credevo avrei mai vissuto qualcosa che mi avrebbe fatto tornare in mente i racconti di mia madre, facendoli apparire nella mia memoria come qualcosa di terribilmente inquietante.
Un meteorite, una luna che nessuno conosce, con atmosfera, quindi abitabile.
Una giungla selvaggia, un ecosistema inesplorato colpito dalla pioggia e incoronato da un cielo nero come la pece. Sentivo il cuore battermi nel petto all'impazzata al solo pensiero di poter essere la prima a sorvolare quel luogo inquietante e affascinante... Finché dalla nebbia non è uscita una creatura gigantesca che sembrava veramente uno dei draghi delle leggende di cui mi parlava mia madre: aveva ali enormi che parevano di cuoio, una coda lunghissima, il cranio appuntito e delle fauci mostruose. Sembrava un incubo, una visione così insolita che per un istante mi è stato impossibile percepire qualsiasi cosa, non ho nemmeno provato paura finché quella cosa non ha spalancato le fauci, come a volerci invitare ad affrontarla.
Bianca, la pilota del Raptor con il quale stavo tornando verso Greenfield, ha virato evitando una collisione con la creatura e ha pensato bene di volare via, nello spazio nel quale stavamo viaggiando prima di scoprire quel luogo. Ancora adesso, sdraiata sul letto e circondata dal silenzio assoluto, non riesco a fare a meno di domandarmi se non fosse soltanto un sogno.
Mi si stringe lo stomaco dalla paura se penso a quello che ho visto, ma non posso ignorarlo.
Devo tornare in quel posto, e scoprire che cosa diavolo si nasconda oltre quella barriera di nebbia.

To make someone happy

16/04/2514
h.00.30
Luna Verde di Deadwood


Uomini della terra, così ci hanno chiamato quei bambini urlanti e felici quando hanno raggiunto il magazzino che stavamo sorvegliando.
Noi eravamo gli uomini che stavano aiutando quei campesinos a cambiare le loro vite sorvegliando il capannone nel quale si trovava il prezioso prodotto che avrebbe reso le loro terre nuovamente fertili.
Ma questa volta non ci sarà la Triade a illuderli di poter donare loro una vita migliore coltivando droga, la stessa droga che ha ucciso Ryan e chissà quante altre persone. Come si può considerare il Blast una salvezza, una fonte di vita e di speranza? 
Mio padre mi ha sempre detto che la gente del Rim è ignorante e che la loro linea di pensiero va cambiata radicalmente, anche con la forza se necessario. Vorrei poter avere il suo volto duro e i suoi occhi di ghiaccio davanti per potergli sputare sugli anfibi lustrati da militare alleato e dirgli che l'ignoranza di quella gente va combattuta con dei buoni gesti e con la gentilezza, che quello è l'unico modo per rendere la loro vita migliore.
Quelle donne ci hanno donato delle stuoie intrecciate da loro poco prima, un oggetto per loro di grande importanza con il quale hanno voluto ringraziarci e dimostrarci che sono grati. Danzavano attorno al fuoco e cantavano inni di gloria, erano felici, e non c'è nessuno che possa impedirmi di continuare a combattere per aiutare qualcuno.
Non può la Triade, né mio padre. Nessuno può farlo.

Too Late

"Hai dei bei capelli."
"Perché diavolo continuate tutti quanti a dirlo?"
"Perché è vero, e non m'interessa quello che dicono gli altri."
Ryan era un ragazzo alto e abbastanza muscoloso da uscire vincitore dal novanta per cento delle risse in cui amava ficcarsi. Le sue braccia erano forti, e Lydia amava lasciarsi stringere: stranamente non si vergognava pur essendo estremamente piccola e fragile rispetto a lui. Ryan sapeva che con quel piccolo gesto riusciva a farla stare bene, per cui lo faceva spesso. La attirava a sé e la stringeva abbastanza forte da non permetterle di sgusciare via, ma non abbastanza da farle male. 
Quel nove settembre era il diciassettesimo compleanno di Lydia, e lui aveva deciso di portarla su quello che secondo lui era il grattacielo più alto di Capital City. In teoria non avrebbero potuto arrampicarsi fin lì, ma di notte nessuno ha fatto caso a due figure solitarie che utilizzavano le scale d'emergenza esterne per raggiungere la terrazza.
"Grazie, allora."
Era imbarazzata, glielo si leggeva in faccia: per Ryan quegli occhi nocciola erano come un libro aperto che gli raccontava direttamente la storia di Lydia, sguardo dopo sguardo. Lui, invece, rimaneva un enorme mistero per lei. Ryan sapeva benissimo che c'erano cose che non avrebbe mai potuto rivelarle, perché l'avrebbe fatta stare male e riteneva che quello scricciolo avesse già sofferto abbastanza per osare scaricarle nuovi pesi sulle spalle fragili. Al contrario di Lydia, lui era bravissimo a nascondere quello che voleva nascondere, e non aveva la minima intenzione di farle capire che si faceva di Blast più volte al giorno e che non avrebbe potuto smettere a causa di una dipendenza esistente già da anni alla quale si era completamente abbandonato.
Avrebbe voluto trovare la forza per chiederle aiuto, avrebbe voluto davvero, ma l'affetto che provava per lei era più grande del suo egoismo. Nascondendole la sua dipendenza era convinto di proteggerla, e questo gli bastava.
"Ti ho comprato una cosa."
Lydia si girò a guardarlo, i ricci spettinati dal vento. Da lassù Capital City sembrava quasi bella, un tripudio di luci che ti portavano a dimenticare quanto quella città fosse artificiale, ma il modo in cui quella ragazza lo guardava faceva apparire i suoi occhi come la cosa più spettacolare del 'Verse, più di quelle luci. Nessuno lo aveva mai guardato così, scavando a fondo nella sua anima. Lo sguardo di Lydia riusciva a penetrare la carne, spezzargli le ossa, stringergli il cuore. Si amavano, ma nessuno dei due lo aveva mai detto all'altro, e probabilmente nemmeno erano intenzionati a farlo. 
"Non dovevi. Non ho fatto nulla per meritarmi un regalo."
"Io volevo fartelo, quindi non ribattere."
Le porse un nastro di raso borgogna, che pareva catturare i riflessi di tutte quelle luci: quelle della città, quelle delle stelle e quelle degli occhi di Lydia.
"E' un colore che ti dona" le spiegò, avvicinandosi a lei ulteriormente e facendole inclinare il capo in modo da poterle raccogliere i capelli con un fiocco. Ne approfittò per avvicinare il naso ai suoi ricci e inalarne il profumo, tanto da portarlo con sé fino al giorno successivo, fino a quando non si sarebbero visti di nuovo.

"Grazie." 
Era povera di parole, ma lui riusciva a percepirne la gratitudine, tanto che la fece voltare e la baciò come se non ci fosse un domani. Rimasero attaccati per un po', almeno finché lei non si staccò per cercare lo sguardo di lui. 
"Ryan, voglio andarmene di casa, voglio stare con te. Voglio fare quello che fai tu."
"E' un lavoro pericoloso."
"Ma io lo voglio fare."
Lydia era così vitale, piena di rabbia, di voglia di combattere che gli venne voglia di baciarla ancora.
"A volte si rischia di morire."
"Non m'importa. Non ho paura di morire."
"Dovresti averne. Chi ha paura di morire vive più intensamente."
"Chi non ha paura di morire non teme nemmeno l'intensità dei sentimenti, né le persone. Chi non ha paura di morire non ha nemmeno paura di vivere."
A volte l'intelligenza di Lydia lo spiazzava. Se ne usciva con quei commenti a cui non riusciva a replicare in alcun modo, poiché era impossibile darle torto. 
Lydia era così coraggiosa, lui invece no. Lui non aveva paura di vivere, ma da quando quella ragazza minuta e dagli occhi sinceri era entrata nella sua vita iniziò a temere la morte.
Sapeva che prima o poi la sua dipendenza lo avrebbe fottuto, gli avrebbe succhiato via la vita lasciando il suo corpo vuoto e freddo tra le braccia della donna che lo amava, lasciandola distrutta.
Ryan era un mercenario frenato dalla paura di far soffrire qualcuno. Lydia era una donna pericolosa, troppo viva per lasciarlo indifferente, e lui era un uomo spacciato, condannato, che non riusciva a trovare il coraggio di staccarsi da lei prima che fosse troppo tardi.
E inevitabilmente, sapeva che prima o poi lo sarebbe stato. 
Troppo tardi.